I caratteri scelti per l'esortazione 'Rialzati Italia' evocano quelli consueti della cartellonistica elettorale di Forza Italia ed evocano gli imperativi populisti e altisonanti del Duce prima maniera, nemmeno stessimo prendendo in esame la prima pagina dell'Avanti!.
Facile sembra, a questo punto, l'identificazione del target: fascistoide eppure moderato, liberale eppure irrigidito nelle proprie posizioni, ansioso di cambiamento eppure conservatore.
Il target controverso e quanto mai eterogeneo del nostro Cavaliere, perchè è a lui, in realtà, che ci stiamo riferendo.
Come osservato da molti esperti di marketing e comunicazione, malgrado la veemenza del messaggio, la campagna elettoral-pubblicitaria di Berlusconi risulta carente sotto molti punti di vista, primo fra tutti quello del messaggio: ci si limita a fomentare l'elettorato senza mettere in evidenza la peculiarità della nuova situazione politica del centrodestra, ovvero la coralità polifonica di voci diverse fra di loro riunite sotto un unico stemma politico.
Quella coralità tenuta insieme da un unico simbolo che ha spaccato il centrodestra - si consideri il 'divorzio' dell'UDC - ed è, in realtà, l'unica novità elettorale riscontrabile in quest'area politica.
C'è da aggiungere che la velleitaria coralità di voci, riassunta nell'uso del sostantivo 'popolo', è smentita graficamente dalla perfetta centralità del nome di Berlusconi all'interno del manifesto: è solo un caso o una precisa scelta?
Siamo proprio sicuri di trovarci di fronte ad un 'popolo'?
Tanto più che la 'vera destra' - Santanchè dixit - non si è sciolta nel Popolo delle Libertà, bensì ha deciso di correre da sola e di definirsi 'La Destra' per antonomasia.
Riuscirà Berlusconi nella difficile impresa di captare l'elettorato di estremissima destra che fa capo alla rifattissima Santanchè e al suo commilitone Storace?
Lo sapremo ad aprile.